Il Saltarello
La manifestasione coreutica popolare è certamente veicolo di tradizioni e messaggi culturali che rappresentano un patrimonio ancestrale di fondamentale
importanza, riveste un valore sociale e culturale che va oltre la semplice rappresentazione di un lontano passato.
“Saltantes” è il termine con cui i Romani solevano definire coloro che, saltando, intraprendevano una danza.
In antichità i Saltantes, “danzatori”, erano preposti a celebrare i riti di propiziazione ai raccolti e alla guerra, non in veste di danzatori professionisti, ma di “attori”, partecipanti ad un rito.
Nel corso dei secoli questa ritualità, che inizialmente indossava una veste prettamente sacrale, incominciò ad acquisire significati “liberatori” e fu adottata da diverse manifestazioni di carattere laico.
Di certo il saltarello in ambito popolare si rifà a regole diverse da quelle che gestiscono la danza in ambito rituale e colto ... mentre nella tradizione “codificata” ogni passo e ogni movimento è in genere fissato con perizia da un maestro di ballo, in un contesto popolare non segue una successione di passi e di movimenti rigidamente fissati, ma adotta il principio dell’improvvisazione, che non va però confuso con la completa casualità.
In realtà il danzatore ed il musicista di estrazione popolare hanno a loro disposizione una sequenza di passi, di gesti, di movimenti, come di motivi e di stilemi musicali, del tutto propri, da poter essere montati secondo regole e principi non codificati da un professionista, ma piuttosto frutto di una spontanea stratificazione temporale.
Il saltarello non è l’espressione di un singolo artista, ma una “manifestasione di gruppo”,
per la quale, è importante l’apporto dell’intera comunità, in quanto strettamente legata al contesto sociale ... non si danza mai da soli, mai per se stessi, lo si fa per coronare un liberatorio momento collettivo e socializzante.
E’ proprio in queste occasioni che le giovani generazioni entrano in contatto con la tradizione, osservando e imitando i depositari dello stile coreutico riconosciuto contestualmente “autentico” dall’intera collettività di appartenenza.
Espressione danzante tipica di buona parte dell’Italia Centrale, manifesta la passione, il desiderio di piacere, la gioia o il dispiacere, la gelosia e la speranza, in cui l’elemento improvvisativo, ed un “certo esibizionismo” si espone all’ammirazione degli astanti.
Ballo vivace e spettacolare per eccellenza fra i più eseguiti nei diversi contensi popolari di tutta Italia, ma in particolare nella zona di Roma e nell’alto Lazio, in cui storicamente è stato adottato sia in ambito religioso che profano.
Celebre il suo connubio con il Carnevale Storico di Ronciglione,
che affonda le sue radici proprio nella tradizione carnacialesca romana ... con la collaborazione della Banda Cittadina “Alceo cantiani”, durante l’intero periodo festivo, ogni serata è “pazzamente” suggellata da un liberatorio e collettivo saltarello che, di anno in anno in una tradizione ormai plurisecolate, rinnova questo legame generazionale.
Giovanni Galotta